«L’inchiesta del procuratore di Manhattan, di estrazione dem, sull’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rischia di essere un boomerang per quanti lo avversano. L’incriminazione dell’esponente repubblicano, infatti, fino a ora ha avuto l’effetto di rafforzarlo nell’opinione pubblica e non indebolirlo; e questo al netto del principio di non colpevolezza».
Lo afferma Alexandro Maria Tirelli, presidente del partito «Libertà, giustizia, repubblica».
«I sondaggi, a oggi, danno l’ex presidente in crescita a dispetto di vaticini più o meno interessati. Oltre il 50% dei cittadini statunitensi, infatti, lo voterebbe. Il che significa che la metà del popolo a stelle e strisce, evidentemente, è con lui e ritiene non politicamente significativo l’incidente giudiziario in cui è occorso. Uno scenario che noi italiani ben conosciamo da trent’anni, ormai».
«Mi riferisco alla storia politica e giudiziaria di Silvio Berlusconi, già presidente del Consiglio e leader di Forza Italia. Tempestato di procedimenti giudiziari e di una aggressione mediatica che avrebbe distrutto molti, è stato dato per scomparso dalla scena politica troppe volte. Il presidente Berlusconi, invece, ha smentito tutti e ha dato un segnale ben preciso, pur dopo l’espulsione dal Senato in forza della legge Severino e i mesi di servizi sociali presso Cesano Boscone: è impossibile cancellare la politica con un colpo di spugna giudiziario. Tant’è che oggi è ritornato ago della bilancia del centrodestra», prosegue il leader di Lgr.
«Senza entrare nel merito del giudizio storico e politico e ancora più giudiziario della vicenda Trump – sottolinea Tirelli -, non è difficile capire che, come dimostrato dai fatti di Capitol Hill, la democrazia americana è in crisi, oggetto di controversie e di forti frizioni. Il vecchio ordine mondiale sembra saltato e la tenuta della più grande democrazia del mondo travalica i confini dell’Atlantico. A livello globale serve una valutazione sulla pericolosità della giustizia politica. La lotta per la libertà è diventata la trincea ultima dell’umanità che vive secondo i principi del liberalismo classico. Il tema è dirimente: esiste una nuova e pericolosa sinistra, ben diversa dal vecchio socialismo, che vuole creare una società rigidamente divisa in due classi: da una parte pochissimi oligarchi mondiali e dall’altra un popolo di uguali a basso reddito», conclude Tirelli.