Settimana positiva per i mercati azionari globali, con Piazza Affari che ha messo a segno un +2,20% sul FTSE MIB nella giornata di venerdì (sovra-performando gli altri listini europei per il recupero della chiusura del 15 agosto per festività) e un +4% su base settimanale. In un’ottava contraddistinta da un clima vacanziero e con la stagione delle trimestrali arrivata al termine, l’attenzione degli investitori è stata rivolta ai dati macroeconomici statunitensi, che hanno allontanato le recenti preoccupazioni di una recessione della maggiore economia globale e rafforzato le aspettative che la Fed taglierà i tassi nella riunione di settembre.
L’inversione
I mercati azionari hanno recuperato una grossa fetta della forte svendita di inizio mese e rimangono in solida crescita da inizio anno. Nonostante la paura di inizio agosto legata in parte a un rapporto sull’occupazione di luglio più debole del previsto e alla violenta smobilitazione del popolare carry trade dello yen giapponese, gli investitori sembrano ora ottimisti sulle prospettive dell’economia statunitense.
In altre parole, il contesto macro continua a essere uno in cui l’inflazione scende, i consumatori spendono e la Fed ha spazio per tagliare i tassi nel breve termine. Con la ripresa dal forte tonfo e dalla volatilità di inizio mese, gli investitori tornano a porre attenzione sui fondamentali e la propensione al rischio si riprende.
I dati macro
I dati sui prezzi al consumo e sui prezzi alla produzione degli Stati Uniti sono stati incoraggianti a luglio. L’inflazione è scesa al 2,9% anno su anno, in calo dal 3,0% di giugno e raggiungendo il livello più basso dall’inizio del 2021. Inoltre, i prezzi alla produzione escluso cibo ed energia sono stati inferiori alle aspettative il mese scorso, un segnale positivo poiché questi dati alimentano il PCE core, che è la misura dell’inflazione preferita dalla Fed.
La debole crescita dell’occupazione a luglio e l’aumento della disoccupazione hanno fatto temere che la Fed possa essere arrivata troppo tardi nel tagliare i tassi. Tuttavia, l’aumento del tasso di disoccupazione dal 4,1% al 4,3% potrebbe essere stato dovuto in parte anche all’impatto dell’uragano Beryl, con molte persone che hanno riferito di non essere state in grado di lavorare a causa del maltempo.
I commenti dalla Fed
È importante notare che diversi funzionari della Fed hanno indicato che non si aspettano ancora una recessione, ma restano pronti a sostenere l’economia se necessario.
Il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ha recentemente affermato che una contrazione economica “non rientrava nelle mie previsioni”. Ha aggiunto che il mercato del lavoro sembrava ancora stabile, aggiungendo che “non stiamo sentendo molti licenziamenti”. La scorsa settimana, il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee ha affermato che se ci fosse stato un netto deterioramento, la banca centrale “lo avrebbe sistemato”. Nel complesso, queste recenti osservazioni suggeriscono che la Fed sarà pronta a tagliare rapidamente i tassi se il rallentamento della crescita minacciasse di trasformarsi in una recessione.
Il simposio di Jackson Hole
Indicazioni sul primo taglio dei tassi della Fed, previsto a settembre, arriveranno settimana prossima dal Jackson Hole Economic Symposium, la conferenza annuale della banca centrale statunitense di tre giorni organizzata dalla Federal Reserve Bank di Kansas City a Jackson Hole, nel Wyoming. Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell parlerà il 23 agosto e userà il suo discorso a Jackson Hole per preparare il terreno per un taglio del tasso di interesse a settembre, mentre la dimensione effettiva della mossa sarà determinata dai dati sull’occupazione di agosto che arriveranno una settimana dopo.