Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di lettura«Ambedue sono contro la vita, sia quello che butta via i migranti, sia quello che uccide i bambini». Ha dato una risposta molto severa papa Francesco rispondendo, durante il volo Singapore-Roma, a una giornalista al seguito che sulle presidenziali Usa gli ha chiesto che consiglio può dare a un elettore cattolico che deve decidere tra un candidato favorevole all’interruzione di gravidanza e un altro che vorrebbe deportare 11 milioni di migranti.«Per Gaza non si fanno passi veri per la pace»Quanto alla crisi in Medio Oriente, «io non posso qualificare se questa azione di guerra è troppo sanguinaria o no. Ma per favore, quando si vedono i corpi dei bambini uccisi, quando si vede che per la presunzione che ci siano dei guerriglieri si bombarda una scuola, è brutto questo, è brutto», ha sottolineato papa Francesco. «Alle volte si dice che una guerra è difensiva o no, alcune volte credo che una guerra è troppo, troppo», ha aggiunto. «Mi scuso nel dire questo, ma non trovo che si facciano i passi per fare la pace», ha affermato. Il Papa ha ricordato l’esempio positivo dell’incontro a Verona con un ebreo e un palestinese diventati amici e promotori di pace dopo aver perso entrambi un familiare stretto. «Hanno dato una testimonianza di fratellanza. Io dirò questo: è più importante la fratellanza che l’uccisione del fratello», ha detto. E «alla fine, chi vince la guerra troverà una sconfitta. La guerra sempre è una sconfitta, sempre, senza eccezioni. Questo non dobbiamo dimenticarlo. Tutto quello che si fa per la pace è importante». Su quanto accade in Terra Santa, comunque, il Papa ha chiarito che «la Santa Sede lavora. Io tutti i giorni chiamo Gaza, la parrocchia di Gaza. Là dentro, nella parrocchia e nel collegio, ci sono 600 persone, cristiani, musulmani, ma vivono come fratelli. Mi raccontano cose brutte, cose difficili… Io ringrazio tanto, tanto, per quello che fa il re della Giordania, è un uomo di pace, sta cercando di fare la pace, è molto bravo», ha aggiunto.Loading…«Vorrei visitare la Cina»Bergoglio ha affrontato anche il tema Cina. «La Cina per me è un’illusione, nel senso che io vorrei visitare la Cina», ha affermato. «Io sono contento dei dialoghi con la Cina: il risultato è buono, anche per la nomina dei vescovi – ha osservato in vista del rinnovo dell’accordo biennale, previsto a ottobre -. Si lavora con buona volontà. Ho sentito la Segreteria di Stato su come vanno le cose, io sono contento». «Io ammiro la Cina, rispetto la Cina – ha detto ancora il Pontefice -. È un paese di una cultura millenaria, di una capacità di dialogo, di capirsi fra loro, che va oltre i diversi sistemi democratici che ha avuto. Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa», ha aggiunto. Alla domanda se ci sono spazi di collaborazione tra la Santa Sede e la Cina per la pace nelle situazioni di conflitto, «si può fare – ha risposto Bergoglio -. Per i conflitti certamente. In questo momento il cardinale Zuppi si muove e ha rapporti con la Cina».«Abusi sono demoniaci, un crimine e una vergogna»Infine, un passaggio sugli abusi sessuali. «L’abuso sessuale di bambini, di minorenni, è un crimine, una vergogna», ha ribadito, in particolare sul caso dell’Abbé Pierre, della comunità francese Emmaus. «Un punto molto dolente, molto delicato – l’ha definito -. Gente buona, gente che fa il bene, poi, con tanto bene fatto, si vede che uno è peccatore brutto. Questa è la nostra condizione umana. E non dobbiamo dire ’copriamo, copriamo perché non si veda’. I peccati pubblici sono pubblici, e vanno condannati. Per esempio l’Abbé Pierre – ha continuato il Pontefice – è un uomo che ha fatto tanto bene, ma anche un peccatore. Noi dobbiamo parlare chiaro su queste cose, non nascondere. Il lavoro contro gli abusi è una cosa che tutti noi dobbiamo fare. Ma non solo contro gli abusi sessuali – ha detto ancora – anche contro altri tipi di abusi: l’abuso sociale, l’abuso educativo, cambiare la mentalità della gente, togliere la libertà. L’abuso a mio giudizio è una cosa demoniaca – ha sentenziato Bergoglio -, perché ogni tipo di abuso distrugge la dignità della persona. Ogni tipo di abuso distrugge quello che noi siamo, l’immagine e dentro. Io sono contento quando vengono fuori questi casi». E su quando il Vaticano ha appreso degli abusi dell’Abbé Pierre, «sicuramente dopo la morte – ha risposto -, prima no».«Non andrò a Parigi per Notre Dame»«Non andrò a Parigi, non andrò». Ha smentito le indiscrezioni dei media papa Francesco a chi, durante la conferenza stampa sul volo Singapore-Roma, gli ha chiesto se il prossimo 8 dicembre andrà a Parigi per celebrare la messa di riapertura di Notre Dame. Sull’ipotizzato viaggio in Argentina Bergoglio ha invece risposto che «è una cosa ancora non decisa. Io vorrei andare, è il mio popolo, vorrei andare, ma ancora non è deciso, ci sono diverse cose da risolvere». E se, nel caso, farebbe uno scalo alle Canarie, «io penso un po’ a questo, andare alle Canarie, perché lì ci sono situazioni di migranti che vengono dal mare, e vorrei essere vicino ai governanti, al popolo delle Canarie».
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