Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaI fari della Guardia di Finanza su circa 150 compravendite di immobili in Costa Smeralda con transazioni pari a 1 miliardo di euro provenienti dall’estero. È il bilancio di un’operazione, finalizzata alla prevenzione del riciclaggio, portata avanti dai militari del comando provinciale di Sassari della Guardia di Finanza, guidati dal colonnello Stefano Rebechesu.Le indagini partite da lontanoTutto è iniziato quando sono scattati i controlli relativi agli asset russi riconducibili a persone “listate”, ossia le verifiche che hanno poi portato al congelamento dei beni degli oligarchi russi. Nel corso dell’attività investigativa i militari della Finanza hanno sia individuato i “professionisti di riferimento” di coloro che avevano fatto importanti investimenti in Costa Smeralda, sia effettuato una serie di controlli su «intermediari finanziari, professionisti e altri operatori non finanziari, selezionati in base un approccio basato sul rischio di vulnerabilità all’immissione di patrimoni illeciti nell’economia legale».Loading…Un ampio raggioL’attività di controllo portata avanti ad ampio raggio ha permesso di arrivare a chi, negli ultimi tempi, ha effettuato una serie di operazioni immobiliari: dalla compravendita alla locazione di beni di lusso nel comprensorio smeraldino, la zona che, come sottolineano al Comando provinciale «risulta tra le aree del Paese maggiormente appetibili per gli investimenti internazionali di ingente valore».Lente su 150 operazioniSotto la lente delle Fiamme gialle, circa 150 operazioni immobiliari per transazioni finanziarie pari a quasi un miliardo di euro prevalentemente provenienti dall’estero e da paesi a fiscalità agevolata «dove spesso vengono costituite società offshore per celare i titolari effettivi delle risorse economiche dietro catene di controllo che in prima analisi appaiono opache e complesse».Le violazioni amministrative«All’esito di tali controlli sono state rilevate numerose violazioni amministrative alla normativa antiriciclaggio riferibili all’utilizzo di denaro contante per importi superiori al limite stabilito dalla legge ovvero agli obblighi di identificazione dei clienti e di segnalazione per operazioni sospette – sottolineano ancora dal Comando provinciale -. Dai controlli sono emerse carenze nella mancata osservanza delle prescrizioni in tema di adeguata verifica dei clienti che esprime un adempimento necessario ed imprescindibile del sistema di collaborazione antiriciclaggio mirato ad acquisire dati ed informazioni non solo formali ma anche in senso più efficace e dinamico al fine di verificare i potenziali pericoli che una specifica circostanza possa risolversi in condotte illecite attraverso la conoscenza dell’origine del patrimonio e dei fondi impiegati».
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