“Eccoci qua: oggi ‘Il Giornale’ apre con un retroscena molto preoccupante per la democrazia: ‘Vogliono indagare Arianna Meloni’. Attenzione, Arianna non ha fatto niente di male, avesse fatto qualche reato sarebbe giusto approfondire e verificare, ma la colpa di Arianna è solo quella di essere sorella di Giorgia. L’allarme lanciato da Sallusti non può lasciare indifferenti, nessuno. Chi prova a inquinare la democrazia colpendo Arianna Meloni per minare il Governo democraticamente voluto dagli italiani deve essere isolato, ora, nel palazzo, come è stato isolato dagli italiani nelle urne. Noi non temiamo niente, nessuno. Si rassegnino, non ci faremo condizionare, non ci faremo intimorire, non ci fermeremo, non ci faremo ricattare”. Lo afferma, in un video su Facebook, il responsabile Organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.
“Le opposizioni tutte, però, chiariscano, oggi, perché attaccano Arianna Meloni con così tanta cattiveria e determinazione – aggiunge – visto che non ha ruoli né in Parlamento e nemmeno al Governo. Se non lo faranno dovremmo ritenere l’allarme di Sallusti pericolosamente preciso e avanzato”.
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“Dall’inizio dell’esperienza di governo – lamenta ancora Donzelli – giornali di sinistra e gruppi politici hanno iniziato a descrivere Arianna come la grande manovratrice delle nomine del Governo. Ma Arianna non si occupa di nomine, l’abbiamo detto e ripetuto in ogni possibile circostanza. Addirittura però hanno scritto che l’Ad di Terna, la prima donna ai vertici di una partecipata, sarebbe stata piazzata da Arianna perchè sua amica. Peccato che Arianna non l’avesse mai nemmeno incontrata, mai conosciuta”.
“Sallusti, con il suo retroscena, mette in fila tutti tasselli e svela, in base al sistema Palamara, perché starebbero montando questo circo su Arianna Meloni. Dietro a tutto questo potrebbe esserci il tentativo di inquinare la democrazia, condizionare, indebolire e ricattare il Governo Meloni, tramite questo colpo basso e surreale proprio ad Arianna”.
“Una cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti per creare un evento politico, attenzione, non per accertare un ipotetico reato. Se Sallusti, sempre preciso e lungimirante, avesse davvero anche questa volta capito la trama, sarebbe gravissimo. Ovviamente, se fosse vero, l’inchiesta si smonterebbe da sola, dopo anni. Nel frattempo – conclude Donzelli – avrebbero provato a fermare le riforme, giustizia compresa, e magari fatto rimetere le mani dei soliti lobbisti proprio su quelle nomine”.
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